scuola@umanimalmente.it +39 331 4642747

Pet Therapy
20 Agosto 2024

Pet therapy fu: alle origini di questa disciplina!

La storia della pet therapy inizia molto prima di quanto si pensi!  
Questo termine affonda le sue radici in un concetto presente fin dall’antichità, in un periodo storico in cui uomini e animali convivevano condividendo spazi, tempi, risorse ed attività. Un tempo molto lontano in cui questo legame era così profondo da coinvolgere persino la sfera spirituale. 

Nell’Antica Grecia i cani erano legati al culto di Esculapio il Dio della medicina e veniva attribuita loro la facoltà di curare i malati che si recavano in pellegrinaggio al tempio. Già nel 400 a.C., Ippocrate di Coo prescriveva l'equitazione per i suoi benefici terapeutici. In particolare, per combattere l’insonnia consigliava lunghe cavalcate in natura. 

William TukeNel 1792 il filantropo inglese William Tuke, introduceva all’interno dell’ospedale infantile da lui fondato e gestito, lo “York Retreat hospital”, gli animali come parte integrante delle terapie psichiatriche rivolte ai più piccoli. Oltre ai lavori artigianali, la lettura di libri e la scrittura, incoraggiava i bambini all’esplorazione del giardino che ospitava animali domestici e non, tra cui conigli, gufi e pollame vario. La loro presenza determinava miglioramenti significativi nello scambio affettivo e nell’autoregolazione emotiva dei bambini, nonché una maggiore disponibilità alla relazione con gli altri. 

L’infermiera inglese Florence Nightingale, grande amante dei gatti, nel 1859 portava i suoi felini in ospedale per dare un po’ di sollievo ai malati affermando che “un piccolo animale è spesso un ottimo compagno per chi soffre, soprattutto per lunghi casi cronici”. Grazie all’accudimento degli animali, l’infermiera inglese sosteneva che i pazienti erano maggiormente stimolati ad avere cura di sè. La sua intuizione portò al primo caso in Inghilterra di coinvolgimento di galline, conigli e piccoli uccelli in ospedale per pazienti in lunga degenza con l’intento di creare momenti di ricreazione e svago e favorire benefici di carattere psicologico.

 Photo by Spc. Karla Rodriguez Maciel, 11th Public Affairs Detachment.Dopo la fine della prima guerra mondiale, nel 1919 al St. Elisabeth's Hospital negli Stati Uniti d’America, vengono introdotti i cani nella cura dei veterani di guerra con problematiche psichiche. L’integrazione degli animali nella terapia psicologica facilita la riduzione dei sintomi della depressione e della schizofrenia.

Nel 1953 il neuropsichiatra infantile Boris Levinson, constatava l’importante cambiamento nell’assetto relazionale di un suo giovane paziente autistico in presenza del suo cane. Inizia le prime ricerche scientifiche sui benefici della relazione con gli animali in età evolutiva e poi scrive il libro 'The Dog As Co-Therapist', che diventa pietra miliare di questa disciplina, aprendo nuove frontiere alla pet therapy. Levinson ritiene che gli animali costituiscano un elemento chiave nel recupero del benessere emozionale: “abbiamo bisogno degli animali per rinforzare la nostra interiorità” (Levinson, 1961, 63).  

ippoterapiaIl 1965 segna l'introduzione ufficiale dell'ippoterapia in Francia, che si affianca al lavoro terapeutico migliorando le condizioni neurologiche dei pazienti. Risale al 1972 la prima tesi di laurea in medicina sulla Riabilitazione Equestre alla facoltà di medicina di Parigi Val de Marne.

Nel 1975 Samuel ed Elizabeth Corson riprendono gli studi di Borsi Levinson mostrando come i cani possono essere co-terapisti efficaci per pazienti adulti con disturbi mentali ed anziani ricoverati in ospedali geriatrici. Lo studio dei coniugi Corson dimostra come, dopo il trattamento con i cani, i pazienti riacquistavano fiducia, responsabilità, indipendenza ed erano più attenti alle cure dell’animale, che rappresentava un valido strumento terapeutico aggiuntivo facilitante per la socializzazione.

In Italia nel 1976 inizia la storia dell'ippoterapia, grazie alla dottoressa Danièle Nicolas Citterio, psicologa francese che fondò l’ANIRE dando vita alla riabilitazione equestre come forma di terapia con benefici nell’ambito neuromotorio e dello sviluppo delle abilità relazionali dei soggetti disabili, toccando aspetti importanti come l’autostima, la fiducia e una gratificazione incentivata dalla relazione uomo-animale. 

IAA con i gattiNel 1987, la pet therapy fa il suo ingresso ufficiale in Italia durante un convegno SCIVAC, discutendo il ruolo degli animali nella società moderna, ma in Italia la vera svolta avviene nel 2009 quando a Legnaro (Padova), presso l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie viene istituito il Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali.

Nel 1997 uno studio di Erika Friedmann rivela una correlazione positiva tra il possesso di animali da compagnia e la sopravvivenza di coloro che avevano subito un infarto cardiaco. Iniziano le prime ricerche volte a verificare le potenzialità del rapporto uomo-animale da compagnia nel ridurre l’ipertensione e il rischio di infarto cardiaco.

La conferma della piena validità della pet therapy per gli anziani arriva nel 2001 da uno studio del Dipartimento di Geriatria dell’Università di Saint Louis, negli Stati Uniti. Il professore di geriatria e ricercatore William Banks commenta i risultati ottenuti affermando che “… passare una mezz’ora la settimana con un animale ha effettivamente ridotto la sensazione di solitudine dei pazienti, contribuendo a far sì che sentissero la casa di cura un po’ più come una vera casa”.

 

Seguici su
UAM - Umanimalmente
  • Via Grugliasco, 11, 10040
    Dojrone (TO)
  • +39 331 4642747
  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

© UAM - Umanimalmente 2022 - P.IVA 10199750018  - Privacy Policy - Cookie Policy - Credits

whatsapp ico